Numerosi studi scientifici hanno dimostrato come il sodio influenzi negativamente la capacità di assorbire il calcio che ingeriamo favorendone l’eliminazione attraverso le urine. Il problema non è di poco conto, considerando che la dieta occidentale contemporanea è caratterizzata da un’alta assunzione di sodio, nettamente superiore al fabbisogno individuale raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il sale da cucina è composto per il 97,5% di cloruro di sodio e per il 2,5% di sostanze chimiche come iodio, adsorbenti, zucchero ed è privo di minerali utili in traccia e privo di valore nutrizionale. Il corpo ha difficoltà a smaltirlo in modo naturale e sano, il che può portare a infiammazione dei tessuti, ritenzione idrica e ipertensione arteriosa (2,3). L’eccesso di sodio favorisce l’aumento della pressione arteriosa, principale causa di infarto e ictus, la calcolosi renale, l’osteoporosi. Le diete a basso contenuto di sodio sono terapeuticamente efficaci ma generalmente considerate impossibili o difficili da effettuare. Una strategia può essere quella di sostituire il sodio con altri minerali, come il cloruro di potassio che dal punto di vista organolettico ha la stessa sapidità senza avere conseguenze negative sulla salute. In uno studio clinico la riduzione dell’assunzione di sodio, accompagnata dall’integrazione di potassio nella dieta, ha portato ad un aumento dei soggetti con una pressione sanguigna ottimale (+ 2-5 %) e una sensibile riduzione dei livelli di rischio di malattie cardiovascolari e mortalità (- 6- 11%) (4).
L’efficacia di una dieta profilattica / terapeutica a basso contenuto di sodio deve essere inoltre valutata rispetto agli effetti collaterali di una terapia farmacologica con l’assunzione giornaliera di antiipertensivi. Studi clinici ed epidemiologici suggeriscono che l’assunzione di cloruro di potassio abbassa la pressione sanguigna e riduce la necessità di farmaci antiipertensivi in uomini ipertesi in regime di dieta a basso contenuto di sodio (5,6). In un altro studio l’aumento dell’assunzione di potassio ai livelli raccomandati riduce significativamente la pressione arteriosa sistolica nelle popolazioni occidentali da 1,7 a 3,2 mm Hg, con una previsione di riduzione del rischio di mortalità per ictus dall’8% al 15% e dl rischio di mortalità per malattie cardiache dal 6% all’11% (7).