Cordyceps. Il fungo Cordyceps contiene la cordicepina bioattiva, un derivato dell’adenosina, che ha dimostrato di aumentare l’espressione dell’interleuchina (IL) -10, una citochina antinfiammatoria e di diminuire l’espressione di IL-27. In altri studi vengono riportati gli effetti regolatori dell’intero fungo sulle cellule immunitarie umane (8), mostrando un’interessante azione immunomodulante e immunostimolante.
È stato segnalato che il Cordyceps migliora le prestazioni fisiche, riduce il senso di affaticamento e aumenta le prestazioni energetiche1. Assunto regolarmente, questo fungo combatte l’invecchiamento, lo stress ossidativo e previene i problemi legati alla senilità, come dimostrato da uno studio condotto su pazienti anziani, in cui è stata osservata la riduzione dell’affaticamento, della percezione del freddo e delle vertigini dopo la somministrazione di 3 g/die di Cordyceps per sei settimane (9). Il Cordyceps migliora anche l’assorbimento di ossigeno, la capacità aerobica, la ventilazione e la resistenza alla fatica durante l’esercizio, come riportato in studi in vivo10 e studi clinici (10,11). Altri studi hanno segnalato attività antiossidante e aumento della concentrazione e della memoria dopo la somministrazione dell’estratto di Cordyceps. In particolare, è stato studiato l’effetto sulla perossidazione lipidica in omogenati di cervello di ratto e sono stati eseguiti test e performance cognitive in topi trattati con etanolo utilizzando il test di evitamento passivo e in topi invecchiati con D-galattosio per analizzare l’effetto antiaging, sull’apprendimento e memoria utilizzando il test delle prestazioni di evitamento in acqua e di tipo step-down. Lo studio ha dimostrato che il CSE può migliorare la funzione cerebrale e l’attività degli enzimi antiossidanti (12,13).
Ashwagandha. L’Ayurveda è una delle pratiche mediche più antiche dell’India, dello Sri Lanka e di altri paesi dell’Asia meridionale e ha una solida base filosofica ed esperienziale. L’Ayurveda ha diverse formulazioni per la gestione dello stress e della condizione fisica e mentale.
Nell’Ayurveda, l’ashwagandha è stato utilizzato come adattogeno, tonico antistress e per il trattamento della debilitazione generale (14).
In modelli sperimentali come il test di resistenza al nuoto forzato nei ratti, è stato dimostrato che aumenta la resistenza e previene le variazioni di acido ascorbico e cortisolo nella ghiandola surrenale in seguito allo stress indotto (15). In modelli di patologie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer e il morbo di Parkinson in cui il deterioramento funzionale è dovuto all’interruzione della rete neurale e alla morte prematura dei neuroni, l’estratto di ashwagandha ha mostrato buone potenzialità terapeutiche portando alla formazione di dendriti e all’induzione del sonno e rilassamento con azione simile al GABA (16-18).
Il cervello è molto sensibile allo stress: anche uno stress lieve e incontrollabile può causare una rapida e drammatica perdita delle capacità cognitive. Lo stress ossidativo contribuisce anche a una vasta gamma di disturbi cerebrali e demenza, tra cui il morbo di Parkinson, l’Alzheimer e la malattia di Huntington. Gli estratti di Ashwagandha hanno un’enorme capacità di proteggere le cellule neuronali da diversi tipi di fattori di stress che alterano la funzione cerebrale portando alla memoria, alla cognizione e alla predisposizione all’ictus e alle patologie neurodegenerative (14).